Contrattazioni feroci e ritorno alla terrazza

29 Agosto 2011

Svegliati Alba nel traghetto che tagliava il Mar di Marmara da Bursa, i due si soffermano ad ammirare il bello spettacolo offerto dalla natura con le solite 2400 foto fatte da Checco.
Risaliti in autobus percorrono gli ultimi Km fino all’Otogar di Istanbul dove con un Bus navetta e due fermate di tram, ritornano dove tutto era iniziato… Sultanamet.
Banale colazione per poi dirigersi alla ricerca dell’albergo, che con loro piacevole sorpresa era molto carino e accogliente.
I due erano veramente alla frutta tra sonno e condizioni fisiche generali e con la solita fortuna la camera viene liberata non prima delle 13.
Con la velocità di due a anziani forniti di girelli per deambulare, decidono di recarsi al Gran Bazar previsto nel pomeriggio per poi crollare a letto. Sarà stato il tram, sarà stata l’aria, ma i due si riprendono ed entrano agguerritissimi per le contrattazioni in vista.
In questi posti un europeo viene comunque fregato, lo sappiamo, fatto sta che sono riusciti a dimezzare il prezzo delle magliette e a farsi mandar via dal mercante di Narghilè con insulti in italiano per non farsi rovinare la piazza, dopo avegli fatto abbassare il prezzo sparato inizialmente di ben 4 volte.
Solito pranzo per calmare lo stomaco di Checco e rientro in Albergo alle 13 in punto dove svengono … Stanchi ma felici.
Verso le 18 i due si rendono conto d’essere al mondo e rinfrescatisi escono a a fare due passi.
Dopo la breve passeggiata, tornano con nostalgia nella loro terrazza, dove rievocano le bevute con Elena riccia e concludono la loro serata mangiando e bevendo con uno splendido panorama sul Bosforo.
Passeggiata digestiva e rientro in camera con ormai la consapevolezza che la vacanza volgeva al termine.

Nell’entroterra con Mustafa e il pensiero al rientro

28 Agosto 2011

Svegliati con estrema calma i due decidono di visitare l’entroterra turco, visto che il mare era stato bandito per scomodità e perche decisamente poco attraente, almeno in quella parte di costa.
Seguendo il consiglio della loro guida si accingono a trovare un pulmino per Tire e Kapan.
Durante il viaggio verso Tire, chiacchierano con l’autista che parla un’ottimo inglese (stranamente), scoprono infatti che è un insegnate d’inglese del posto. A questo punto la quarta ospite del pulmino, mossa da orgoglio femminile, attacca bottone esordendo d’essere anche lei un insegnate d’inglese.. (tutti in sto pulmetto i xe!).
Arrivati a Tire, dopo un lungo dialogo con l’autista, il quale aveva quasi ammesso la discriminazione della popolazione curda, Mustafa offre ai due un passaggio con la sua fiammante Alfa 147 per Kapan paesino sperso fra i monti.
Orgoglioso della sua auto, fa sfoggio di tutti i cavalli percorrendo un rettilineo prima della salita.
Dopo pochi Km e passati per il paesetto, arrivano ad un ristorante panoramico che sovrasta l’intera vallata e li scopro che il loro nuovo amico non è un semplice insegnate d’inglese, ma anche un traduttore per il governo. Gli racconta anche che per insegnare in turchia tutti gli insegnanti devono farsi 5 anni nelle regioni meno sviluppate come l’Anatolia orientale lui infatti era stato ad Gazantep, bella idea ma immaginate una regola del genere in Italia!
Dopo un buon pasto e scambio reciproco di informazioni mustafa deve tornare a guidare il pulmino e i due di perdono a Tire in un bazar di scarsa attrazione…
Lentamente tornano verso Selcuk dove fermati a bersi il loro ormai classico the avviano una feroce competizione con la dama dove vengono definiti le due championship nel digitale (iPad) checco (partite giocate una, partite vinte una) nell’offline roby (partite giocate 4 partite vinte 3). Con la totale soddisfazione di roby (checco dice ‘te basta poco…’) cercano di passare le ore in attesa del avvio del rientro…con fumatona di narghilè, cena feroce, e birra a fiumi ormai il granchio in tasca era stato ben ben che cucinato….
Verso le 22 avevo in bus di rientro per Istanbul, dove roby abituato ormai a parlare anche con i sassi questa volte si trova di fronte una tedesca (semi cetaceo) che con un grugno non sa che rispondere yes…. Roby a quel punto pensa: e sei anche fortunata che ci sia qualcuno che ti parla….
Con la linea Metro i due si rendono conto che forse è quella di bandiera ho la principale infatti gli stop vengono compiuti in autogrill di proprietà e brandizzati, cosa mai vista precedentemente. Questa volta checco riesce a dormire.

Tra nostri antenati e finalmente pesce!

27 Agosto 2011

Rivestiti i panni da turisti giapponesi i due si alzano volenterosi ( relativamente presto ) destinazione Efeso.
Rapida colazione con Roby che maledice il massaggiatore di Konya visti i dolori alla schiena che provava.
Accattano il primo pulmetto che porta nostri amici presso le rovine Romane, arrivano baldanzosi e con sonora imprecazione di Checco, che per aiutare il suo caro amico si era accollato lo zaino, si rende conto di avere nuovamente dimenticato d’inserire la batteria nella macchina fotografica…. Senza parole.
Decidono allora di dividersi, fuga in taxi di Checco per il recupero della batteria con mini sconto del gentile tassista che durante il viaggio racconta la sua totale esistenza e regalo di mappa del luogo, Roby fanecco come al solito sprofondo nella prima panchina a disposizione aspettando il ritorno dello smemorato amico.
Recuperato il tutto entrano nel sito archeologico, prendono un audio-guida, decisamente scadente, con la quale iniziano il lungo percorso.. Iniziano dal
Teatro romano da 25 mila spettatori tenuto in modo scandaloso
Per poi fare una passeggiata tra i ruderi coperti da erbacce ( che si vergognino … Peggio di Pompei, che sia un parente di Bondi il ministro della cultura turco?).
Arrivo poi alla biblioteca di Celso ( vista sicuramente in tutti i sussidiari che parlano della storia greca ) per poi proseguire nella via principale dei Cureti tra latrine, fontane e postriboli costruiti prevalentemente dai Romani. La cittá, anticamente si stima ospitasse 250 mila abitanti, infatti gli scavi portati alla luce interessano solamente il 18% dell’intera città. Vista la canicola i visitatori erano decisamente svestiti e dopo lunghi giorni di copertura totale del corpo da parte delle donne Turche, i due con un sussulto ormonale, scoprono che la donna locale e non, era decisamente piacevole alla vista e perdono più tempo a fotografare gnocche che ruderi.
Completato l’intero giro boccheggiando, tanto per cambiare, ripercorrono a ritroso gli scavi, commettendo per una volta un errore, non visitano infatti le case romane perfettamente conservate in quanto presi da un attacco di braccino corto, considerando il prezzo dell’accesso, eccessivo.È doveroso dire che a parte la prima parte il resto delle rovine sono tenute discretamente bene.
Ennesimo pulmino e rientro in città a Selcuk dove pranzano, roby fa uno spuntino mentre Checco si scafa come sempre, piccola siesta per poi dirigerai verso l’Egeo.
Scelgono come destinazione marittima Kusadasi, cittadina totalmente turistica invasa da Inglesi, tedeschi e qualche italiano che a confronto ai luoghi visti nei giorni passati, non dava loro alcuna soddisfazione.
Durante il tragitto vengono abbordati da una solerte donzella (modello botolo) che si spacciava per guida, la quale viene educatamente.
La vera motivazione della piccola trasferta, era la prospettiva di una scorpacciata a base di pesce senza ritegno, la prima dopo bene 18 giorni di, ormai odiato, di Tavuk Shis.
Saggia prenotazione presso il miglior ristorante indicato dalla Lonely, uccidendo il granchio, ormai troppo amico, che i due si portavano in tasca e iniziano a vagare per il lungo mare dove si scolano due fredde birre sugli scogli rischiando di essere inghiottiti dai flutti sempre più arrembanti.
Non c’era tempo di fare un bagno, ma Checco tignoso vuole comunque bagnarsi i piedi …. Bella soddisfazione !!!!
Ripercorrendo il lungomare poi si avviano verso il ristorante, dove gli attende un bel tramonto tra castelli e navi da crociera. Per evitare mormorii sulla potenziale omosessualità della coppia checco inventa una storiella per far comprendere ai cameriera l’assoluta mascolinità dei nostri eroi conquistando la simpatia dei camerieri curdi.
Ordinazione con scelta al bancone dei piatti e controllo della spesa( in questi posti le fregature sono sempre facili, granchio ucciso ma c…lo no!) e riempiti di alcol ritorno a piedi verso l’otogar con gentile passaggio a fine percorso di un avventore.
Rientro con l’ipotesi di andare a Pammukkale il giorno dopo.
Verificati i tempi di percorrenza e considerando il viaggio di 10 ore fino a Istanbul, la scelta viene eliminati in quanto fare 16 ore di bus su 24 non era praticabile….notte.

Una anonima giornata di viaggio

26 agosto 2011
La giornata non è degna di nota poiche è stata trascorsa quasi interamente in autobus, affrontando le tratte Konya-Izmir e Izmir-Selcuk
Si nota:
I 5 pasti di checco contro i due (normali) di roby;
1 solo cay di checco
la riscoperta delle patatine fritte a selcuk.
Guest House accogliente con patio ederato e immancabile Efes mai più attuale di oggi in vista della visita alle rovine greco-romane meglio conservate del medirraneo (se non si è capito dove vendono birra i nostri eroi non se la perdono)
Sogni antichi a tutti.

Il filosofo rotante e massaggiatori energumeni

25 Agosto 2011

Pensavamo fossero finite le rogne del viaggio ed invece stop di 30 minuti per problemi al motore e qui iniziamo a sospettare che la Spectre turca gli stesse impedendo di arrivare a Konya.
Superato questo stop con dialoghi improbabili con 3 curiosi turchi i due si quasi addormentano.
Passano lentamente le ore fino le sei del mattino, dove vengono scaricati senza accorgersene in una rotonda deserta.
Li avviene la solita contrattazione col tassista e arrivo sonnolento in albergo di “lusso” (17 euro), svengono sul letto.
Alla volta di mezzogiorno si incamminano per la città .. La temperatura fortunatamente è finalmente accettabile.
Konya è famosa per il monastero/museo dei Dervisci rotanti (avete presente un bambolotto con la gonna che gira su se stesso? Eccoli sono loro!) Scherzi a parte sono i seguaci dello scrittore filosofo Rumi che ha influenzato la letteratura mediorientale secoli fa
In realtà i due credono che tale Rumi fosse un noto pusher afgano che dopo aver fatto un abuso spropositato di sostanze, abbia cominciato a girare su se stesso ed altri tossici lo abbiano seguito.
Dopo qualche moschea e dopo questo comunque bello ed interessante monastero,si rendono conto che lo spettacolo dei dervisci non veniva fatto per un giorno alla settimana a causa del ramadam…immaginate quale??? Ovviamente questo! (legge di Murphy) la città offriva ben poco e per passare il Tempo decidono di dedicarsi al proprio corpo con un fantastico Hammam ( bagno turco ). Checco n’e aveva provati diversi e quindi sapeva cosa lo aspettava, Roby no…si immaginava un dolce massaggio tailandese… Entrano nel Hammam giocando come bambini in spiaggia tirandosi secchi di acqua fredda e conoscono tale Solimano, classico omone turco con tanto di baffi, con cui iniziano a dialogare al solito modo (gesti). Dopo 20 minuti Roby viene prelevato dall’energumeno massaggiatore, il quale prima lo scartavetra e poi inizia il massaggio vero e proprio dove le urla del povero mal capitato, si dice sovrastassero quelle del mouezzin. Da li a poco si aggiunge al massaggio di Roby anche Solimano che finiscono in una bolla di sapone lo stremato Roby. Checco ride, ma per poco, perchè anche lui verrà stirato violentemente dai due con incitamenti continui ai due massaggiatori da parte di Roby.
Il risultato finale è comunque fantastico e benefico e dopo una chiacchierata maschia sulle gnocche del nostro nuovo amico e con Roby che cercava istruzioni per comporre il turbante, i due escono in una città totalmente deserta a causa del Iftar (fine del ramadan .. Tutti a mangiare ).
Da li ad un ora scelgono la peggior bettola per cenare tra la eccessiva gentilezza del personale.
Passeggiatina ristoratrice con l’immancabile cay e sonno ristoratore in attesa del viaggio per immergersi nei fasti romani di Efeso.
Auguri al babbo di checco……………..

41 gradi che danno alla testa, e due posti di blocco a distanza di 500 metri

24 Agosto 2011

Ore 09:00 fase REM, ore 09:30 fase Rem, ore 09:45 fase REM, ore 10:00 gestore della locanda bussa alla porta … Fase REM … Ore 10:15 Checco capisce di essere al mondo, impossibile per Roby ancora nelle braccia di Morfeo. Si rendono conto che devono lasciare la stanza entro un ora. Colazione turca,doccia ristoratrice e lentissimo rifacimento degli zaini.
Grazie a Beppe, si rendono conto che il giorno di partenza da Istanbul non è il 31 come sempre pensato, ma bensì il 30 … Iniziano a sparare cazzate immaginandosi di trovarsi il giorno sbagliato all’imbarco in aeroporto. ( peccato poteva essere un bel ritorno passando per i Balcani… Dice Checco, la minkia dice Roby !)
Lasciato il bagaglio alla Guest House, si rituffano nel delirio Urfense, ma questa volta con 41 gradi all’ombra, che anche Abramo si sarebbe infastidito… Diciamo così.
Vagano accaldati per il Bazar, falliscono una contrattazione per dei regalini, si addentrano nelle viuzze della città ma questa volta sono veramente a pezzi. Il caldo prende il sopravvento.
Decidono di andare a prendere indovinate cosa… Un tè per decidere il da farsi, visto e considerato un giorno in meno di viaggio appena realizzato. Qui il sole fa la sua parte: analizzano tutte le possibili alternative e sottolineamo TUTTE … Non trascurandone nemmeno una ( a loro confronto gli autori della lonely planet sono dei principianti ) e alla fine confermano il percorso già definito ….. Togliendo un giorno. Durata del Brain Storming … Due ore.
Presi dai morsi della fame e facendo il giro dell’oca della città, erano veramente alla frutta, s’infilano nel primo Kebbabbaro… Roby chiede la Ciorba, non c’è, chiede il Doner .. Non c’è, chiede la pizza turca … Non c’è, gli viene proposto il Tavuk Kebab, vale a dire il Kebab di pollo e a quel punto dopo dodici giorni di pollo, Roby ha un sussulto e manda affabilmente a cagare ( forse anche in Turco) il cameriere.
Checco scafa come il suo solito riordina per l’ennesima volta il pollo suscitando nausee incontrollate a Roby che rispetta a questo punto il Ramadam preferendono il digiuno.
La temperatura non scende e si rifugia o nel locus amenum della Guest House. Polleggiata chiacchierando con gli altri ospiti, con berretta finale, fino a quando prendo un taxi si recano alla Otogar per cenare in maneira sorprendentemente ottima, trattati come due bimbi dai camerieri, in attesa di salire sul Pulman diretto a Konya.
Tra le urla di un neonato al quale vorrebbero sciogliere quattro pastiglie di valeriana nel latte, salutano tutti …
Buon viaggio… Soprattutto per noi….
Buon viaggio un cazzo ! da li a poco il pulman viene fermato da una pattuglia di polizia i passaporti vengono requisiti e dopo qualche controllo il pullman riparte, i due si guardano con scatto felino di roby verso l’autista, la bella turca affianco lo blocca con un “no panic”, i passaporti li aveva lo steward…in pochi attimi la vita gli passa davanti e gia si vedevano nella fossa dei sodomiti rivivendo “Fuga di mezzanotte” ora si buona notte speremo!
Macché ! Zio billy, la Polizia turca non si fida dei colleghi della Gendarma, poiché dopo 500 metri riferma il bus per un ulteriore controll….ma un colpo di telefono no.(o forse per noi ignorante e un protocollo….)roby: ma che lo so stroppassero il protocollo!

Puntando le carpe di Abramo e un’altro amico spagnolo

23 Agosto 2011

Dopo un sonno ristoratore, ma manco tanto visto i 38 gradi all’ombra, i nostri eroi ripartono zaino in spalla, volenterosi e carichi d’acqua come due cammelli verso le bellezze della città.
Urfa è una città di quattro mila anni , famosa e sacra in Turchia, per via della leggenda del profeta Abramo. Si narra che il profeta annientò gli Dei pagani scatenando l’ira del sovrano Nimrod, il quale decise di gettarlo, dal monte sovrastante, su di una pira, ma Dio, del quale era pupillo, trasformò il fuoco in acqua e i Carboni ardenti in pesci… Bon..le perle di saggezza sono finite, il resto leggetelo su wikipedia…. Comunque l’area sacra di Urfa è la trasposizione della leggenda, infatti a fianco alla moschea posta sotto il monte della città ci sono due enormi vasche con dentro delle carpe considerate sacre.
La leggenda narra che chi le pesca diventa cieco, non come da noi per cui si diventa ciechi per altri motivi decisamente più terreni.
I due devoti turisti quindi visitano quindi tutta l’area accuratamente, (passando anche per una piscinetta 2×10 dove 30 ragazzini facevano il bagno assiediando checco per essere immortalati) Con la forte tentazione d’interrompere la cura di Kebab puntando maliziosamente le carpe pasciute del laghetto. (sono così viziate che che gli misurano il ph dell’acqua in cui nuotano, È come se a voi vi misurassero la temperatura ogni santo giorno e per educazione non vi diciamo come….)
Ma il caldo prende il sopravvento e i due si fermano vicino ad una di queste vasche a prendere il solito tè. Qui si rendono conto in poco tempo di non essere più in Curdistan ma bensì in Turchia:
1) A Checco provano a fargli pagare due volte l’entrata del bagno il quale con un sonoro Vaffa sfida la guardiola.
2) A Roby cercano di spacciare per pollo due strnzetti di montone.
Con eleganza i nostri eroi glissano entrambe le cose … Certo le imprecazioni non sono mancate, ma hanno mantenuto la tipica calma inglese che li contraddistingue…..
Dopo un ulteriore giretto, ricordandosi del consiglio di Flo e Mimi, rientrano nella Guest House, e svengono per un paio d’ore sopraffatti dal caldo.
Ad un ora più accettabile, rincontrano lo spagnolo, con il quale cenano, visitano la cittadella sul monte da dove Abramo fu scaraventato, con una infinità d’imprecazioni di Checco per aver portato la Macchina fotografica senza batteria. Lo spettacolo dall’alto era veramente bello e fotogenico. Ennesimo Cay seduti sugli sgabelini per nani, fumatona di Narghilè parlando e tra i soliti hallo, hallo, hallo…. Ma Vaffa …. Ritornano lentamente verso casetta.
Immancabile birretta e dopo poco Roby lascia il campo per ritirarsi nella propria dimora. Checco, continua la chiacchierata politico sociale ( sempre quella ) non si sa chi è spesso meglio tra noi e loro
Alla compagnia si aggrega una Israeliana archeologa che visitava rigorosamente siti di 10.000 anni A.C.
Verso l’una e mezza ben carichi di birra vanno a letto con il sorriso.

Dalle calde mura di Diyarbakir alla birra di Sanliurfa

22 Agosto 2011
Dopo l’immersione nella questione Curda, si svegliano con estrema calma con l’intento di visitare la città di Diyarbakir. Colazione ridotta, e con caldo soffocante i nostri eroi si precipitano in strada.
L’autoblindo della sera prima, fortunatamente è scomparso e sostituito dal via vai frenetico del Lunedì mattina trasformando l’intera città in un mercato a cielo aperto.
Con estremo relax si dirigono verso la porta Sud ( porta di Mardin ) dove bestemmiano in Aramaico, per trovare un punto dove poter salire in cima alle mura. Dovete sapere che Diyarbakir possiede una cinta muraria di basalto alta sei metri di epoca Romana e successivamente ricostruita dagli Ottomani.
Sotto un caldo porco (Cochon) , Flo sentiti autorizzata a correggere se scritto sbagliato, sotto indicazione degli autoctoni rischiano di doverla scalare senza imbrago come se fossero sulle Dolomiti.
Fortunatamente individuano le scale d’accesso e si rendono conto che le mura sono totalmente abbandonate a se stesse (probabile che abbiano anche altri problemi da queste parti).
Dopo una calorosa passeggiata in cima alle mura, con un panorama decisamente triste della città, scendono e s’infilano nei vicoli della città scoprendo una chiesa cattolica caldea dove per tener buono il custode lasciano una donazione forse esagerata.
Puliti nell’animo, ritornano nei violetti assaliti da un branco di ragazzini ai quali viene fatto un servizio fotografico.
Ad onor di cronaca, i nervi di Roby iniziano a scaldarsi (cosa più che comprensibile dato il frastuono dei venditori e l’orda dei ragazzini che ormai avevano decisamente rotto le palle) e decidono di rifugiarsi in un ristorante storico della città dove finalmente mangiano un pollo che non fosse Kebab. Ripristinati i neuroni della tranquillità tornano a far visita ai due fratelli Curdi che li accolgono con abbracci e gli facilitano l’acquisto e la prenotazione dei biglietti per Sanliurfa, anche qui le raccomandazioni funzionano alla grande!
Checco compra un Regalino per la mammina e Roby una pietra per se, da valutare se regalarla a qualche gnocca. I regalini sono stati acquistati da Alexsander che, a parer suo, erano ad un prezzo stracciato…. Sará.
Dopo il classico tè con Hassan, si avviano verso l’albergo per recuperare i bagagli e li decidono di regalarsi un lusso prendendo un Taxi per Otogard. Qui scatta una feroce contrattazione che fa capire che anche Roby è entrato nell’ottica … Sono turista ma non mi fotti, del tutto.. E strappano un trasporto da strozzino.
Dopo una corsa nell’incasinatissima città, Diyarcabir offre un ulteriore spettacolo con un violento tamponamento a tre: così imparate a corre come dei pazzi ….
Alle porte del Otogard vengono prelevati dagli operatori preallertati dalla telefonata precedente, e ,come dei bambini, accompagnati fino al posto dell’autobus, chiamati per nome e senza dover ritirare i biglietti.
Il viaggio senza scalo a Siverek procede tranquillo, con la solita ronfata di Roby e l’invidia di Checco che si perde a scrivere il Blog del giorno prima.
Arrivati all’ Otogard, prenotano direttamente il biglietto per la prossima tappa … Konya.
Il gestore della locanda prenotata, li preleva assieme ad uno spagnolo e una volta arrivati alla GuestHouse si godono l’agognata birra aspettando Mimi e Flo scolandosele dopo 5 giorni di Ramadam.
Da li a poco fanno la loro comparsa le donzelle e, convinte a prendere un taxi, passano assieme un oretta di sana allegria scolandosi ulteriori Efes assieme. Arriva dunque il momento, questa volta dei definitivi saluti e promessa di rivedersi.
Per andare a cenare rischiano di perdersi nelle belle stradine di Urfa, ma una volta trovata la via principale vengono sorpresi da una città brulicante e allegra.(Sará anche la città più religiosa, ma dopo il ramadan se la godono.) Cena tranquilla, ma si rendono conto di essere senza portafoglio entrambi, dopo un momento di panico controllato, come conigli da un cappello di un mago, escono le poche lire necessarie che li salvano da una passeggiata in più.
Tornati in Albergo, si lavano e si fanno belli pronti per la giornata successiva turistica, rigenerati da una piacevole aria condizionata.
Sogni caldi a tutti

Troneggiando la Mesopotamia e orgoglio Curdo

21 agosto 2011

La sveglia questa volta è rilassata alle 9 colazione questa volta più contenuta, niente frittatina curda, e via verso Mardin. I 500 metri che li separano dalla stazione dei minibus in centro sono costellati da “hello” e where you from? E “what your name”, per checco un totale deja vu dell’Iran che inizialmente è piacevole ma a lungo andare diventa un vera rottura…, ma la predisposizione è positiva quindi le fermate per foto e conversazioni inesistenti si ripetono. Minibus per l’otogar, e arrivo veloce, come sempre vengono catturati per il primo bus e via verso la polverosa ma bella Mardin. Durante in viaggio in mezzo al nulla i due incontrano uno studente, si prova a parlare del problema curdo ma il tipo glissa velocemente e la curiosità dovra restare ancora non soddisfatta, ma non per molto…
Arrivo a Mardin con 38 gradi di sole, e si inizia la solita passeggiata lenta ma decisa verso i punti di interesse. Ma le stradine sono piu attrattive della strada principale, e alla prima si lanciano dentro. Il panorama che offre e quello che cercavano, Mardin è abbarbicata su una collina che sovrasta la Mesopotamia e l’inizio della Siria, portanto la foschia non permette la vista voluta ma capiscono perché questa città fu meta di conquiste di tutti gli eserciti che passavano di li. Cercando la chiesa Armena checco nota una porta aperta e si fionda dentro, tre donne che stavano spettegolando li accolgono co la solita gentilezza ma questa volta non curda ma siriana, qualche foto e con la faccia tosta scroccano un caffè siriano che risulta più speziato del classico curdo. Salutando gentilmente escono e tornano a perdersi nei viocoletti trovando la chiesa armena ma chiusa…seguono e trovano una moschea dove un gruppo di pestiferi bambini vogliono foto e giocare, i due entrano nel cortile titubanti (se entriamo ci linciano?) i pregiudizi cadono quando vengono invitati ad entrare e a partecipare alla preghiera, si siedono in silenzio e rubano tra foto e video il momento ‘sacro’ ,intanto i bambini continuano a voler giocare uno in particolare si fornisce di uno spruzzetto e in barba alla severa legge coranica impervsa nel cortile della moschea coinvolgendo i due curiosi stranieri. Salutato con difficoltà il gruppo di pargoli che intanto diventava sempre più insistente e pretenzioso (money money!), il caldo sale sempre di più e si avviano verso il centro città nella strada principale.
Trovano a fatica il ristorantino gestito da una ong a favore delle donne maltrattate e fanno un pranzo ottimo, per una volta niente kebap! Accanto a loro si siede un gruppo di curdi di cui il ‘capo’ spocchioso inizia a vantarsi del suo viaggio a Venezia lamentandosi che a Venezia nessuno lo badava…e che le donne italiane non erano belle…A questo punto presi da un rigurgito patriottico i nostri eroi rispondono che a Venezia passano milioni di turisti e che quindi e normale che non gli avessero steso il tappetino rosso sul ponte di rialto e che forse non le aveva mai incontrate le donne italiane…
Cay (the) sulla terrazza con vista panoramica e visite in sequenza di Madrassa ( scuola coranica) poste locali in un bellissimo caravanserraglio (forse l’unico posto al mondo dove l’attesa può rivelarsi piaevole), e chiesa Cadea ortodossa che per trovare l’entrata ha costretto checco e roby a fare due giri delle mure e 23 rischieste di informazioni…ma il caldo e la polvere di questa cittadina dalle case color miele inizia e spossare i due che cercano una birretta ristoratrice…. Macché! Niente birra ! Non era venduta e quindi ramadan anche per loro…verso le 17 si avviano verso l’otogar che era non proprio in centro, passeggiata in compagnia di altri viandanti e attesa di partire. Per arrivare a quello finale vengono contrabbandati su tre ulteriori minibus (altro deja vu di checco , tra hopa e trebisonda). Finalmente caricati su quello finale stipati si addormentano esausti, ripagati poi da un tramonto che creava un cielo rosa che in Italia e sempre sporcato dall’inquinmento produttivo delle nostra fantastiche e moderne città… Arrivati all’hotel i due combattono con l’intestino pigro (vincendo!) e rilassati vanno in cerca di un posto ameno dove cenare. Passando davanti ad un autoblindo parcheggiato davanti al posto di polizia…. Entrano nel caravanserraglio adibito a ristorante e tra il giacchio vaporizzato che rinfresca l’aria si siedono e fanno amicizia con Hassan il cameriere che parla inglese e inziano a scherzare sulla macchina fotografica. Pasto classico e Hassan cerca di dialogare con i due che sono disponibili e curiosi di conoscere qualcuno oltre il where Are you from.
A loro si aggiunge Alexader (che si definisce ‘the great’) e alla domanda’ why there is a tank in the street?’ la risposta ‘Because today is a day of figth!’ avvia quella discussione che si voleva avviare da quando erano arrivati. Pochi giorni prima erano stai uccisi 5 curdi iracheni e l’autoblindo era un deterrente per i ribelli curdi. C raccontano che sono osteggiati in tutti i modi , dal lavoro ai visti sul passaporto, Hassan racconta che aveva provato a viviate a Istanbul ma dopo essere stato assalita da 4 turchi decise di tornare, alexander racconta che i fratelli che vivono a Izimr non riescono a fare affari come potrebbero e che ad Ankara, dove aveva portato l’anziana madre, un medico non poteva curarla come voleva perché non turca. Sono orgogliosi e si ritengono vittime dell’ostilità turca nei confronti del loro popolo, vogliono vivere rispettati come tutti gli altri, ma non riuscendoci sognano di venire il europa e Italia (beh magari ora come ora forse meglio che restimo qui….) Si legge ostilità e rabbia nella loro voce e due europei che li ascoltano e scherzano con loro diventano presto loro fratelli! Per dare un giudizio servirebbe sentire anche l’altra capana (non dimentichiamo che il terrorismo negli ultimi anni ha fatto diverse vittime), ma certo che quello curdo sembra un popolo tormentato ma orgoglioso che si spezza ma non si piega, e quello che piu preoccupa è che i giovani sono quelli più incazzati portando avanti questo conflitto come un cane che si mangia la coda. Dopo una visita al negozio di la cui famiglia fa accessori con argento e pietre a mano da 120 anni, e salutato caldamente i due simpatici ‘nuovi fratelli’ vanno lentamente verso l’hotel passando davanti all’autoblindo stavolta guardandolo con occhi diversi. In albergo scoprono che in tv tra la partita di basket e il nonno che parla suo nipote c’è una fellatio di un canale porno, sperando che fosse solo per gli ospiti dell’albergo altrimenti sto ramadan che lo fanno a fare?

Ospitalitá curda e due nuove amiche

20 agosto 2011
8:30 in piedi ennesima colazione da campioni, pagamento del tutto (2 gg di Nemrut con visite annesse=1 notte in cappadocia…..no comment) e partenza garibaldina per il giro nel parco.
Primo stop al castello Mamelucchi di Yenikale in restauro, quintalata di foto passando per bel ponte Selgiuchide. Ma il bello deve ancora venire…. I cinque infatti, si dirigono velocemente verso un ponte Romano edificato dell’imperatore Settimio Severo (a detta dei locali quel fiume era l’Eufrate … Teniamoci il dubbio ).
Scesi dalla macchina si avviano verso le gole a Nord gadandolo due volte e rischiando di giocarsi macchina fotografica ed IPad per via del fondo decisamente scivoloso.
Arrivati ad una bellissima insenatura tra le rocce, incontrano la famiglia Curda composta nell’ordine da Madre, padre, due figlie filio e sceriffo single(di solito chiamato anche capo della polizia) di Adiyaman i quali uno a uno coinvolgono i quattro a fare il bagno da prima schizzandoli per poi trascinarli in acqua (considerate che Mimi non sapeva nuotare).
Dopo una ristoratrice nuotata e una botta di freddo (ovviamente le nuvole arrivano quando non servono anche nel deserto) scoprono che erano amici di Murat e invitano tutti a pranzo …
La matriarca inizia a cucinare e coinvolge Flo nella preparazne del pranzo (ottime usanza 🙂 ) mentre i maschietti cazzaravano sucondo le sane consuetudini Curde. Le figlie intanto intrattenevano gli ospiti facendogli scalare un masso e giocando a palla (la nuova generazione anche cura si emancipa, il mondo cambia! ).
Dopo un succulento pasto a base di pollo, (si stima che Checco si sia senza alcun ritegno scafato tre polli interi ) le attenzioni della figlia maggiore si spostano su Roby, il quale scherzosamente e per stare al gioco, propone di portarla in Italia e tempestivamente stillato dalla madre che propone di vendergliela! Tra risate, abbracci e strette di mano, si riavviano lentamente verso l’auto superando la corrente del fiume, mentre Checco si lava i denti (l’igiene prima di tutto).
Arrivati alla macchina fanno altri 10 Km per arrivare ad un sito archeologico che possiamo definire la brutta copia di Nemrut e dove uno dei quattro non è salito (per privacy non diciamo chi, ma è francese) 🙂
A questo punto bisognava ripartire, destinazione Siverek dove si sarebbero imbarcati su di un Ferry che al loro arrivo era, ovviamente, appena partito.
Dopo una breve attesa e un momento meditativo di Roby di fronte al fiume, il Ferry torna ad imbarcarli e a questo punto Murat, ormai in perdita con i costi, cede il suo carico ad un miniBus diretto a Siverek.
Solito dialogo banale con il solito avventore Turco e si riparte verso la meta.
Si ringraziano ufficialmente Flo e Mimi per averci sopportato con simpatia e partecipazione, tutta la nostra invidia verso Flo che tornava da 14 mesi di viaggio in Asia avendo mollato armi e bagagli in Francia. ….. Arrivederci a presto.
Salutate le nuove amiche con baci e abbracci, s’imbarcano con l’ennesimo MiniBus direzione Diyarbakir, orgogliosa capitale Curda, e dopo circa 50 Km di nuuuullllla … arrivano nella periferia con decine di palazzoni non terminati suscitando la domanda….. Ma che ci sia un novello Berlusconi anche nel Curdistan? …. Non lo sapremo mai ma lasciateci il dubbio.
Abbandonati all’Otogar come sempre in mezzo al nulla, riprendono stancamente un altro MiniBas e arrivano in centro cittá che li accogli decisamente al buio.
Trovato L’hotel con l’aiuto dei premurosi Curdi, Checco e Roby vanno a mangiare. Per stoppare l’insistenza del solerte cameriere che voleva propinare loro l’insalatona batterica, spiegano con espliciti gesti il motivo del rifiuto, scatenandone l’ilaritá.
Dopo cena, passeggiatina digestiva, con Cay nella piazza principale e tentativo di mischiasi con i locali (non propriamente riuscito), si fermano ad osservare un gioco misto tra scarabeo e domino chiamato Oke, si legge Oky, e vengono invitati a sedersi tra curiositá e cordialitá con l’ennesimo tè e sigaretta. Dopo 15 minuti e dialoghi approssimativi, si congedano e stanchi vanno verso l’hotel e una meritatissima doccia … Con i buoni propositi per il giorno dopo:
Mardin, verso il confine Siriano.